Don Carlo festeggiato per i suoi 90 anni
Cenni sulla sua vita
Il prete, l’operaio, il sindacato
“Come Noi” – Equipe Notre Dame
Il Centro Studi Bruno Longo e “Itinerari”
Dopo l’antologia di scritti (3/2019), di don Carlo Carlevaris presentiamo un’antologia di ritratti, ricostruzioni, ricordi e testimonianze, a partire dalla festa dei suoi novant’anni al momento del ricordo dopo la morte. Alla ricostruzione storica della sua persona, della sua vita e del suo mondo, sta lavorando Marta Margotti alla Fondazione Nocentini di Torino, dov’è custodito il suo voluminoso archivio. Questo fascicolo è piuttosto un ricordo amicale, da cui affiorano però tanti particolari di una certa importanza. Scorrendo i numerosi contributi, si ha la percezione che si è trattato non solo di una «vita bella» ma anche di una «vita condivisa» – come un’eco dell’intraducibile partager della lingua francese frequentata nei tanti incontri Oltralpe.
Con la lettura di queste pagine, si incontra una città e una chiesa (Torino), si percorre un lungo tempo (la seconda metà del Novecento), ci si imbatte in tanti ambienti e si intravede un’irradiazione che arriva lontano (Brasile, Eritrea, India). Carlo Carlevaris vi compare come l’uomo della relazione, il prete, il cappellano di fabbrica e il prete-operaio, l’operaio, il sindacalista, il traghettatore della JOC e delle Equipes Notre-Dame, l’inquilino della mansarda di via Belfiore a San Salvario, l’impercettibile tessitore di contatti, l’ideatore di iniziative e collaborazioni, e tante altre cose qui appena accennate o non registrate. Raramente dai margini, si partecipa così intensamente ai centri pulsanti della vita.
Come sempre, anche in questo caso, il ricordo partecipe e affettuoso non richiama la linea d’ombra che non manca mai in ogni vita. La ricostruzione storica potrà a suo tempo farlo. Il contrasto però potrà far apprezzare ancora di più la luminosità di una presenza ispirata e ispirante.
Come già l’antologia, anche questo fascicolo ha trovato la sua sostanza e la sua forma grazie a Paolo Rocco.
Ricordo
È doveroso ricordare due amici che hanno aiutato Itinerari con la loro preziosa collaborazione.
Il 14 ottobre 2020, a Rimini, è morto per un tragico incidente Luciano Pasini. Presenza costante nel Movimento Lavoratori di Azione Cattolica, nella GiOC e nei Cristiani nel Mondo del Lavoro (CML) di Rimini, era caro amico di Augusto Tonni (scomparso il 14 marzo 2013), di cui seguì le orme - dal 2013 e fino al 2019 - per portare avanti il lavoro di grafica e impaginazione curato da Augusto con passione per moltissimi anni. Per fare ciò non esitò a studiare con tenacia, nella pratica e sui libri, i programmi di videoimpaginazione. Di lui ricordiamo con affetto la disponibilità ad ogni chiusura di numero, accompagnata da uno stile sobrio e da uno spirito umile.
Il 25 novembre 2020 è morto a Fossano (Cuneo) Gino Grosso, che a lungo ha generosamente e silenziosamente prestato il suo nome come Direttore responsabile della rivista. Era sociologo ed economista e si era occupato, con Franco Garelli, di varie ricerche sui temi della religiosità in ambito piemontese. Tra i molti incarichi, è stato responsabile della Pastorale sociale e del lavoro per la Diocesi di Fossano e presidente dell’associazione culturale l’Atrio dei Gentili.